In molti casi, per vincere l'insonnia, serve solo imparare di nuovo a dormire con le regole giuste, ed evitare gli errori disturba-sonno. Per archiviare le notti in bianco, dunque, soprattutto quando si tratta di una condizione ormai cronica, il rimedio non è tanto il sonnifero, quanto terapie psicologiche brevi, di circa tre mesi, seguite da controlli periodici. Lo sottolinea la psicologa esperta di disturbi del sonno Alessandra Devoto, coautrice con Cristiano Violani, docente di psicologia clinica all'università La Sapienza di Roma, del libro "Curare l'insonnia senza farmaci. Metodi di valutazione e intervento cognitivo comportamentale", edito da Carocci, in libreria dal 19 marzo, in coincidenza con la Giornata mondiale del sonno, in programma il 20 marzo. Questo non vuol dire che i farmaci possono essere sempre sostituiti con l'intervento psicologico. Al contrario di quanto spesso si pensa, infatti, lo psicologo è più utile per le persone con forme croniche di insonnia. Quando invece le notti in bianco sono legate a un passaggio difficile della vita - un lutto, un divorzio, la perdita del lavoro oppure, in positivo, un matrimonio, una promozione - pillole e gocce sono le più indicate. "I farmaci - sottolinea la psicologa - funzionano bene in brevi periodi. Per questo, nel caso di problemi acuti di cui è chiara la causa esistenziale, sono utili ad eliminare il problema evitando il rischio di cronicizzazioni".
Fonte: Farmacista33, 17 marzo 2009