Federfarma condivide l'opinione del senatore Antonio Tomassini che difende il DDL, co-firmato con il senatore Maurizio Gasparri, sul riordino del servizio farmaceutico. Tale DDL prevede, tra l'altro, la vendita senza la presenza obbligatoria del farmacista di una piccola quota di farmaci senza obbligo di ricetta, in confezioni ridotte. Una misura tesa ad una ulteriore liberalizzazione del mercato che porta quindi avanti - e non indietro come ritiene Catricalà - le lancette dell'orologio.
Il presidente Catricalà dimentica di aver recentemente sostenuto la opportunità di un accesso "libero e diretto" da parte del cittadino al farmaco di automedicazione, dichiarandosi addirittura favorevole ai distributori self service.
Oggi l'Antitrust dimentica anche che in diversi Paesi europei determinati farmaci senza obbligo di ricetta medica sono vendibili liberamente. D'altronde la stessa Antitrust sosteneva che "la professionalità del farmacista nel caso dei prodotti senza obbligo di ricetta assume un ruolo del tutto secondario" e che pertanto l'esclusiva attribuita al farmacista per la vendita dei farmaci senza ricetta non ha lo stesso fondamento dell'esclusiva attribuita per la vendita di altri medicinali.
Infine, la vendita di farmaci senza ricetta in altri canali e senza la presenza obbligatoria del farmacista - condivisa peraltro anche dal viceministro Ferruccio Fazio - non lede affatto le parafarmacie, sulle quali ha anzi un impatto minore rispetto alle farmacie.
Siamo convinti che esista lo spazio affinchè il Parlamento vari un provvedimento organico per un ammodernamento del settore farmaceutico, anche alla luce di quanto emerso nella importante sentenza del 19 maggio della Corte di Giustizia Europea.
Fonte: Comunicato Federfarma, 17 giugno 2009