Commercio parallelo: no, grazie

Si è svolta ieri una tavola rotonda organizzata dall'Istituto per la Competitività I-Com sul tema del commercio parallelo di farmaci, cioè sul problema, che interessa principalmente le industrie multinazionali, della presenza su un mercato nazionale di farmaci acquistati in altri Paesi dove i prezzi sono più bassi. Sono soprattutto i Paesi del Nord Europa ad acquistare farmaci nei Paesi dell'Europa meridionale, Italia compresa, dove i medicinali costano meno. A trarne vantaggio, oltre ai sistemi sanitari nazionali, sono soprattutto gli importatori paralleli, cioè grossisti che acquistano in un Paese per rivendere in un altro.
Per Federfarma era presente il presidente Annarosa Racca, che ha sottolineato come il commercio parallelo di farmaci in Italia non si sia sviluppato e come gli unici farmaci importati siano farmaci di fascia C.

Fonte: Filodiretto Federfarma, 17 settembre 2009

E' molto strana l'affermazione della Racca, Forse Federfarma non sà che è la stessa Aifa che autorizza l'imortazione dei farmaci paralleli? E l'immissione in commercio con prezzi diversi?
Efferalgan, Daflon, ecc.
Non sono farmaci di libera vendita.
Strano che nessuno ha sollevato il problema.