"Sui farmaci generici non sussiste alcuna truffa da parte delle farmacie. Al contrario, i farmacisti sono impegnati ad attuare quanto previsto dalla legge ed evitare ai cittadini di pagare inutili sovrapprezzi per avere farmaci di uguale efficacia". Così Federfarma replica alla Commissione salute della Conferenza delle Regioni, secondo la quale i farmacisti lucrerebbero nei rimborsi sui farmaci equivalenti. Proprio ieri il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità, Enrico Rossi, ha presentato un esposto alla Procura di Firenze sul caso, segnalandolo, inoltre, all'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Ma Federfarma si difende, e oltre a spiegare le sue ragioni in una nota, annuncia di essere impegnata a valutare la possibilità di sporgere querela contro accuse ingiustificate. "Per informare e rassicurare il paziente sull'efficacia degli equivalenti, in linea con quanto sollecitato dall'autorità sanitaria - replicano i titolari - i farmacisti spendono tempo e attenzione. Truffa sarebbe se le farmacie fornissero prodotti scadenti o diversi da quelli richiesti dal cliente oppure addebitassero farmaci al SSN senza averli forniti: in farmacia non accade alcunché di tutto ciò. Dove è la truffa? - domanda Federfarma - Quale è la parte lesa? Il SSN rimborsa un farmaco sempre al prezzo più basso tra quelli delle diverse confezioni di identico principio attivo, ma registrate e commercializzate a un prezzo diverso. Il cittadino paga la differenza tra il prezzo del farmaco che costa meno - ed è fornito gratuitamente - e la specialità se sceglie di avere il prodotto di marca o se tale scelta l'ha compiuta consapevolmente il medico prescrittore scrivendo sulla ricetta 'non sostituibile'. È quindi ovvio che il generico - prosegue Federfarma - abbinato alla sostituibilità del farmaco prescritto, è la condizione indispensabile per evitare che un risparmio pubblico ricada sulla testa del cittadini. Da tempo Federfarma chiede che, come avviene in altri Paesi europei, le farmacie ricevano per la distribuzione dei generici un incentivo da parte dello Stato per remunerare l'attività professionale".
Fonte: Farmacista33, 26 maggio 2008
"Sui farmaci generici non sussiste alcuna truffa da parte delle farmacie. Al contrario, i farmacisti sono impegnati ad attuare quanto previsto dalla legge ed evitare ai cittadini di pagare inutili sovrapprezzi per avere farmaci di uguale efficacia". Così Federfarma replica alla Commissione salute della Conferenza delle Regioni, secondo la quale i farmacisti lucrerebbero nei rimborsi sui farmaci equivalenti. Proprio ieri il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità, Enrico Rossi, ha presentato un esposto alla Procura di Firenze sul caso, segnalandolo, inoltre, all'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Ma Federfarma si difende, e oltre a spiegare le sue ragioni in una nota, annuncia di essere impegnata a valutare la possibilità di sporgere querela contro accuse ingiustificate. "Per informare e rassicurare il paziente sull'efficacia degli equivalenti, in linea con quanto sollecitato dall'autorità sanitaria - replicano i titolari - i farmacisti spendono tempo e attenzione. Truffa sarebbe se le farmacie fornissero prodotti scadenti o diversi da quelli richiesti dal cliente oppure addebitassero farmaci al SSN senza averli forniti: in farmacia non accade alcunché di tutto ciò. Dove è la truffa? - domanda Federfarma - Quale è la parte lesa? Il SSN rimborsa un farmaco sempre al prezzo più basso tra quelli delle diverse confezioni di identico principio attivo, ma registrate e commercializzate a un prezzo diverso. Il cittadino paga la differenza tra il prezzo del farmaco che costa meno - ed è fornito gratuitamente - e la specialità se sceglie di avere il prodotto di marca o se tale scelta l'ha compiuta consapevolmente il medico prescrittore scrivendo sulla ricetta 'non sostituibile'. È quindi ovvio che il generico - prosegue Federfarma - abbinato alla sostituibilità del farmaco prescritto, è la condizione indispensabile per evitare che un risparmio pubblico ricada sulla testa del cittadini. Da tempo Federfarma chiede che, come avviene in altri Paesi europei, le farmacie ricevano per la distribuzione dei generici un incentivo da parte dello Stato per remunerare l'attività professionale".
Fonte: Comunicato Federfarma, 24 maggio 2008