Le ipotesi di sfondamento del tetto per la spesa farmaceutica ospedaliera, nella quale rientrano i farmaci innovativi di alto costo, rilanciano la necessità di un controllo più tempestivo,come quello garantito dalle farmacie convenzionate
Il Sole 24 ore, domenica e oggi, ha riportato le prime indicazioni sulle misure che le Regioni avrebbero allo studio per fronteggiare lo splafonamento della spesa farmaceutica per l'anno 2010, che le stime (di questo si tratta) quantificherebbero in 600 milioni di euro per la farmaceutica territoriale e in 2,3 miliardi per la spesa ospedaliera. Tra le misure proposte vi sarebbe un meccanismo basato su aste per ammettere alla rimborsabilità solo i tre o quattro farmaci generici offerti al prezzo più basso, da dispensare poi nelle farmacie di comunità con il sistema della distribuzione per conto, nonché la fissazione di un tetto unico della spesa farmaceutica, pari al 15,7%, che comprenda spesa ospedaliera e territoriale. "Ovviamente prendiamo atto della legittima preoccupazione delle Regioni, e attendiamo di esaminare nel dettaglio le proposte messe in campo, perché così come formulate finora risultano difficilmente comprensibili" commenta Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. "Anche se è il caso di ricordare che il raffronto con l'Europa non pone certamente l'Italia tra i paesi prodighi con il farmaco". "Resta il fatto che è soprattutto la spesa farmaceutica ospedaliera a destare le maggiori preoccupazioni" prosegue Mandelli. "La spesa territoriale, a conti fatti, nel 2008 e nel 2009 era al di sotto del tetto programmato, mentre quella ospedaliera aveva abbondantemente superato il tetto assegnato già nel 2008, quando aveva toccato il 4,2% rispetto a una previsione del 2,4. Una spesa non soltanto superiore a quanto programmato, ma anche difficilmente tracciabile, con vaste aree di spreco". Per Andrea Mandelli "il modo per ottenere un reale risparmio è riportare la distribuzione ausiliaria, attraverso ASL e Ospedali, al suo ruolo fisiologico, affidando invece alle farmacie convenzionate la distribuzione dei farmaci innovativi". Da tempo, infatti, le farmacie garantiscono la trasparenza della spesa mediante un sistema collaudato di controllo mensile e, come mostrano i dati, un suo effettivo contenimento. "Il ritorno in farmacia dei farmaci innovativi" conclude Mandelli "potrebbe essere vantaggioso per diversi e importanti motivi: controllo puntuale della spesa; diminuzione dello spreco; diminuzione dei costi sociali grazie alla capillarità della dispensazione; possibilità di sperimentare nuove modalità di remunerazione della farmacia, centrate sull'onorario professionale e non sul prezzo di vendita che, se si dimostrassero funzionali, potrebbero trovare un'applicazione generale".
Fonte: Farmacista33, 3 febbraio 2010