Italia ai primi posti in Europa per acquisto di farmaci contraffatti: vale oltre 3 miliardi di euro l'anno il mercato dei medicinali "falsi" nel nostro Paese, pari a un terzo del giro d'affari complessivo in Europa, stimato in 10,5 miliardi di euro. E' quanto mette in evidenza la ricerca "Cracking Counterfeit", commissionata da Pfizer e condotta da Nunwood in 14 Paesi (Svezia, Norvegia, Finlandia, Regno Unito, Irlanda, Paesi Bassi, Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Austria, Belgio, Danimarca e Italia), per un totale di 14 mila europei, tra uomini e donne. Dall'indagine emerge che gli europei comprano illegalmente soprattutto farmaci per la perdita di peso, terapie anti-influenzali, pillole per la disfunzione erettile, medicine per smettere di fumare, antidolorifici. Ma questi falsi rappresentano un serio rischio per i pazienti: possono infatti contenere sostanze dannose, tra le quali veleno per topi, acido borico e tintura a base di piombo. Per quanto riguarda l'Italia, seconda per acquisto di farmaci da fonti illecite solo dopo la Germania (rispettivamente 37% e 38%), i cittadini sembrano affidarsi soprattutto a internet. Il 27% degli italiani intervistati ritiene infatti il web uno strumento più pratico per l'acquisto delle medicine, mentre per il 21% internet permette di risparmiare denaro. Oltre un terzo dei nostri connazionali, inoltre, acquista abitualmente prodotti con obbligo di prescrizione al di fuori dei canali ufficiali: tra questi, un italiano su sei ha ammesso di acquistare medicinali senza ricetta online, mentre uno su cinque ignora di mettere a rischio la propria salute acquistando farmaci senza prescrizione medica. Questi dati - prosegue la nota - contribuiscono a definire i contorni di un mercato illegale, fino a oggi difficile da quantificare, ma già sotto la lente delle autorità europee. I pericoli rappresentati da questi prodotti sono svariati: spesso la produzione è gestita da personale non qualificato, oppure i medicinali possono contenere il principio attivo in misura eccessiva, troppo esigua, o non contenerlo affatto.
Fonte: Farmacista33, 17 febbraio 2010