'Vendere le farmacie fu davvero un affare?' Se lo chiede Paolo Foschini, ex consigliere comunale di Bologna, a undici anni di distanza dal bando di privatizzazione che ha permesso alla multinazionale Gehe (ora Admenta) di aggiudicarsi la maggioranza (85 per cento) nella gestione delle farmacie comunali. L'operazione, sostiene Foschini, 'ha costituito un monopolio privato in cui il Comune, che rimane proprietario delle farmacie, in realtà non conta più nulla'. La quota del Comune, spiega l'ex presidente delle farmacie comunali Virginio Biagini, 'è stata pagata conferendo ad AFM SpA, costituita da Admenta per gestire le farmacie di Bologna, i beni immobili delle farmacie comunali' (cioè vendendone le mura ndr). Così, in cambio di una 'quota minima (15 per cento ndr), che non consente di intervenire sulla gestione di un bene che è ancora comunale - aggiunge Foschini - il Comune ha rinunciato agli affitti per 99 anni, che oggi varrebbero 200mila euro l 'anno'. Di conseguenza, per il Comune 'la resa è legata agli utili di bilancio della sua quota societaria, che varia negli anni'. Inoltre, conclude Foschini, 'il Comune non ha alcun tipo di garanzie ne' sul servizio, ne' sulla tutela dei lavoratori e se non riuscirà a imporre dei correttivi e ad avere voce sulle scelte della società, rischia di vedere nel tempo deprezzarsi il valore di un suo importante patrimonio'.
Fonte: Filodiretto Federfarma, 18 marzo 2010