La presenza di un farmacista nello studio medico all'interno del team di cure primarie (medici e infermieri) può essere di grande aiuto ai pazienti con malattie croniche, come il diabete, per gestire meglio eventuali rischi connessi alla patologia. È la tesi di uno studio dell'università di Alberta che ha verificato come la pressione arteriosa di pazienti con diabete di tipo 2 calasse drasticamente quando anche un farmacista era stato presente nelle fasi di visita e consultazioni cliniche. E negli stessi pazienti il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare a 10 anni scende del 3% con la consulenza dei farmacisti. Scott Simpson, a capo della ricerca ha sottolineato come «in ospedale abbiamo già collaborato attivamente all'interno dei team per anni», inserire il farmacista nello studio medico sul territorio, nulla toglie al suo ruolo tradizionale di vicinato, anzi permette un approccio diretto e collaborativo migliore alla gestione dei medicinali in medicina generale.
Fonte: Farmacista33, 19 novembre 2010