Bianco Natale, verde veleno. Durante le feste l'insidia è 'nel vaso', avvertono i tossicologi, ricordando che molte delle piante con cui si addobbano le case in dicembre possono causare disturbi di vario genere: dal prurito ai problemi gastrointestinali. Al Centro antiveleni dell'Irccs Fondazione Maugeri di Pavia, per esempio, ben il 30% dei casi di intossicazione da veleni vegetali è provocato proprio da stelle di Natale, vischio e bacche rosse di agrifoglio e pungitopo. Il Centro nazionale di informazione tossicologica (Cnit) della Maugeri registra in media 200 episodi all'anno di intossicazioni da veleni presenti nelle piante, un contatto che nel 72% dei casi avviene per motivi accidentali. Il 4% delle richieste di consulenze riguarda intossicazioni legate al consumo di piante tossiche ingerite come alimento. Circa il 50% dei casi che arrivano all'attenzione dello Cnit coinvolge bimbi di età inferiore ai 10 anni, e più di un episodio su 4 (26%) vede protagonisti piccoli minori di un anno. La più pericolosa è l'Euphorbia pulcherrima, alias stella di Natale. La sostanza che si libera quando si lacerano le sue foglie o si taglia il fusto è responsabile di eritemi, prurito o bruciore agli occhi al contatto con l'epidermide, ma anche nausea, vomito e diarrea se il composto viene ingerito. La stella di Natale, hanno precisato gli esperti in una nota, può risultare velenosa a causa del triterpene: una sostanza tossica contenuta in alcune parti della pianta. Il composto diventa pericoloso solo se entra in contatto con la pelle o se viene ingerito. Si consiglia quindi di tenere la pianta lontana dalla portata dei bambini, soprattutto inferiori all'anno di età, che tendono a portare tutto alla bocca. Per non rinunciare ad abbellire la casa con questi segni natalizi, e allo stesso tempo per non rischiare la salute – hanno sottolineato i tossicologi - basta fare attenzione e conoscere alcune regole di primo intervento. "In caso di intossicazione – ha spiegato Sarah Vecchio, medico tossicologo del Cnit dell'Irccs Fondazione Maugeri di Pavia - se il contatto cutaneo con la pianta o parte di essa induce localmente prurito o bruciore, è necessario posizionare subito la zona interessata sotto l'acqua corrente per alcuni minuti, e proteggerla successivamente con un panno asciutto".
Fonte: Ilfarmacistaonline, 23 dicembre 2010