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 La Cooperativa sei tu...

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AutoreMessaggio
C.Lazzeri
Farmacista M.S.F.I.



Maschio Numero di messaggi : 54
Data d'iscrizione : 15.04.08

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MessaggioTitolo: La Cooperativa sei tu...   La Cooperativa sei tu... EmptyVen Set 19, 2008 2:24 pm

La Cooperativa sei tu…

Si dice che le cooperative di farmacisti siano la sola risposta efficace nei confronti di multinazionali e grande distribuzione: in effetti lo penso, anzi, per meglio dire lo pensavo, prima della disastrosa esperienza maturata come soci di Codifarma prima, Unico poi.
Codifarma, cooperativa di farmacisti, nata al Nord, la cui sede operativa più vicina all’Elba era Bologna, comincia a farsi conoscere tramite una spedizione a settimana. La cosa prende all’inizio una buona piega, ottimo assortimento, buoni sconti. Codifarma decide di conquistare la terra di Toscana, mettendo a Grosseto una sede: da allora comincia a fornire il servizio una volta al dì, contestualmente sollecitandoci a divenire soci, per la modica cifra di 10 milioni di lire, per “dare modo alla cooperativa di crescere e diventare forte, sempre più forte”, in modo da “fornire servizi aggiuntivi” ed avere “ottime scontistiche” nella sicura previsione di “spartire gli introiti fra i soci” (cooperativa, appunto) girandoci condizioni sempre migliori sul parafarmaco e OTC, per “contrastare il potere di Alleanza e GDO”. Eravamo ancora negli anni 90, per intendersi.
All’inizio le referenze sono tantissime, riesci a trovare quasi tutto. Tante riunioni a Scarlino, dove vengono esposti progetti e intenti condivisibili, ma che rimangono sulla carta. S’incomincia presto a tirare i remi in barca. Il trasporto in nave costa (solo a Codifarma, mentre Alleanza e Chifar, e adesso anche Comifar, possono sostenerlo…), per cui i dirigenti genialoni ritengono di tagliarci il servizio anche d’estate, pur pretendendo (udite, udite) il 75% del nostro fatturato (con un solo ordine al dì!), dopo aver accuratamente controllato perfino il rigo IVA 10%, per avere condizioni decenti, in linea con quelle degli altri. Inutile elencare le innumerevoli volte che ci siamo scontrati su questo tema: il “do ut des” diventa infatti…”des” e basta, con uno scaricatore di porto che viene a trovarci ogni santo mese esigendo il pezzo della carogna come un avvoltoio, affinché…avere niente. Codifarma comincia a non avere più le referenze di un tempo; anche i rifornimenti da Bologna diventano settimanali e non più giornalieri, le scontistiche segnano il passo, il servizio decade. I servizi aggiuntivi? I progetti faraonici? Pas du tout. Ci rinfacciano i costi, i costi, i costi (gli altri continuano a servirci regolarmente…), per cui niente servizio, ma pretese intatte! Meno male che la Cooperativa sei tu…Il bello era che pretendevano, o meglio “consigliavano” di mollare gli altri grossisti. Secondo loro, i geni, dovevamo quindi lasciare i pazienti senza medicinali e farli tornare il giorno dopo, quando era loro comodo fornirci. Il servizio…Ma questa gente ha mai lavorato sul serio in farmacia?
Grosseto non decolla, perciò, anche alla luce di nuove e impellenti necessità di rinforzo, ci prospettano un’unione con Unione Farmaceutica Novarese, come qualcosa di ineluttabile.
Sentiamo le voci preoccupate delle centraliniste e degli altri addetti di Grosseto, con cui c’è tuttora un ottimo rapporto, che hanno paura di perdere il posto se la nuova entità decide tagli. Nel frattempo Codifarma si è aggiudicata le Comunali di Grosseto, botta terribile, non digerita causa mancanza dei fatturati previsti. L’unione passa, Codifarma diventa Unico Spa, non più la “farmacia dei farmacisti”, che come prima cosa, come il sottoscritto aveva previsto, taglia Grosseto.
Meno male che Comifar rileva il magazzino e i posti di lavoro rimangono.
Alla dirigenza calano i farmacisti e salgono altri attori e noi toscani restiamo soci di qualcosa che non esiste, tant’è che non evadono nemmeno ordini mandati per fax. Però, dicono, loro restano dalla parte dei farmacisti…Quali?
Tralasciando il loro sistema di aiutare i soci o i clienti, ai quali non era concesso nemmeno il servizio di trasmissione via modem, ma solo al telefono, in quanto i loro geni multimediali non concedevano di scendere fra i comuni mortali, né di collaborare con le software house, né dare indicazioni anche solo per telefono, passiamo al dunque.
Sembra che lassù le cose vadano piuttosto bene, non manca occasione di sparare cifre di crescita mostruose. Sembra che i vecchi 10 milioni della quota soci siano diventati 17000 euro. Ma noi?
Chiediamo che ci siano restituite le quote, ma niente. Mettiamo l’avvocato, intentiamo causa, ma si perde, in quanto lo statuto non prevede la restituzione delle quote al socio, tranne per “inadempienza contrattuale”. Be’, mi sembra evidente che non essere serviti in nessun modo costituisca “grave” inadempienza contrattuale da parte di Unico-Codifarma, ma così non è, probabilmente, e la causa è persa. Possiamo fare appello, ma rischiamo di riperdere, in quanto l’avvocato fa decisamente capire che un avvocato di Bologna, al quale si deve appoggiare, non oserà mai mettersi contro “quelli di Codifarma”, possibili e remunerativi “clienti”. Comincia un tira e molla con la società per cercare un accordo che possa soddisfare entrambi e sollevarci da inutili attese e processi. Noi pretendiamo, mi sembra a ragione, di essere cancellati dai soci, essendo già tagliati fuori, nonché 5000 euro solamente (i vecchi 10 milioni della quota associativa) a fronte dei 17000, pur di togliersi dalle scatole questa ex-cooperativa-Spa spuria.
Alla fine la loro proposta è di 2000 euro più le spese processuali che dovremmo pagare noi. Noi farmacisti sempre al lavoro, che non abbiamo né tempo, né voglia di continuare questa assurda farsa, diciamo Ok. Metà per uno con l’avvocato e tutti a casa.
Resta l’arroganza dei dirigenti, non a livello personale, ma operativo. Resta la spocchia ridicola dei loro tecnici. Resta la tristezza e la rabbia di essere stati trattati come cani. Resta l’amarezza di aver fatto parte di un “niente”. Resta la soddisfazione di non essere fortunatamente riusciti a convincere gli altri colleghi!
Resta in mente il Dr. Marrè, col sorriso stampato e sempre assente dalla conversazione (tenutasi in sede anche con il sottoscritto) delegata al suo avvocato, un fermo immagine continuo e beffardo di un…farmacista?
Era una questione di principio fare causa, non accattonaggio. Per i nemmeno 1000 euro che ne abbiamo ricavato non ne valeva assolutamente la pena, ma era nostro dovere e diritto mettere i bastoni fra le ruote a soggetti del genere.
Dimenticavo…Fra le varie proposte, ci avevano chiesto di appoggiare la vendita (ha! ha!) di Grosseto a ALLEANZA (!), loro nemico giurato, ma ben accetto, pur di buscare il soldo! Il nostro secco “NO” li ha costretti a proporci (ohi, ohi…) di spostare le quote nella società che gestisce gli stabili del magazzino…Senza parole, anzi…una sola:
VERGOGNA!!!!

N.b: continuiamo a servirci da una piccola cooperativa toscana, senza esserne soci. Pur essendo piccoli, fanno un ottimo servizio e sono…persone. Dopo le vicende raccontate anche sulla cooperativa di Brescia, con il suo tentativo di “esproprio”, sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i soci delle loro cooperative.
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