Generano confusione e preoccupazione anziché fornire chiarimenti: secondo una ricerca condotta dall’Osservatorio della comunicazione sanitaria dell’Università di Pisa, i foglietti illustrativi dei farmaci (compresi quelli da banco che per legge dovrebbero essere semplificati) quasi mai vengono pienamente compresi da chi deve usare il farmaco. Questo perché le parole utilizzate sono troppo difficili o le espressioni ambigue: cosa significa esattamente, per esempio, ‘evitare l’uso prolungato’? si parla di giorni, settimane o mesi?
I bugiardini risultano il più delle volte incomprensibili non solo per i retaggi legati al gergo medico, ma anche per motivi di cautela volti a prevenire possibili cause legali. Il tutto a discapito della congruenza interna del testo, per cui può capitare di leggere che un farmaco contro l’insonnia possa causare, come effetto collaterale, sonnolenza (La Repubblica, 12/01/10).
Fonte: Farma7 online, 22 gennaio 2010