Il presidente del comitato speciale sull'invecchiamento presso il Senato americano, Herb Kohl, ha scritto alle aziende produttrici dei 12 farmaci più prescritti Oltreoceano, chiedendo come mai i pazienti statunitensi li debbano pagare il doppio rispetto alla media dei prezzi applicati nelle nazioni industrializzate del mondo. Lo riporta PharmaTimes, ricordando che negli Usa questi prodotti possono costare fino al 66% in più, pur essendo in maggior parte stati sperimentati negli States. "Credo fermamente che la qualità dei medicinali non debba essere sacrificata per abbassarne il costo - ha scritto il democratico Kohl alle società AstraZeneca, GlaxoSmithKline, Lilly, Novartis, Pfizer e Sanofi-aventis - ma è oggi presente una grande discrepanza nel prezzo di prodotti identici, che non può essere spiegata dalle differenze nella produzione". Il senatore porta anche esempi concreti, come la spesa annuale pro capite per farmaci: in Usa è pari a 878 dollari mentre negli altri Stati occidentali è in media di 446 dollari a persona. "Si tratta di una differenza enorme - puntualizza Kohl - che spesso pone i consumatori americani in una posizione di grande svantaggio rispetto ad altre parti del mondo". Secondo la stampa a stelle e strisce, le industrie interpellate dal Senato avrebbero risposto spiegando che è la valuta a influire sul prezzo dei farmaci, insieme alle politiche governative con cui vengono fissati i prezzi. Il comitato presieduto da Kohl intende trovare una soluzione durante questa primavera.
Fonte: Farmacista33, 24 marzo 2010