Le sentenze della Corte di Giustizia su proprietà e quorum non hanno avuto conseguenze positive solo per i Paesi UE che rischiavano uno stravolgimento delle norme che maggiormente qualificano il servizio farmaceutico, ma sta lentamente modificando anche lo status quo di Paesi che avevano approcciato la strada della liberalizzazione. É ciò che sta succedendo, ad esempio, in Ungheria dove si sta verificando quello che anticiparono i colleghi magiari, in un incontro avuto in Croazia lo scorso anno, quando si mostrarono convinti di un ripensamento del loro Governo dopo le sentenze di Lussemburgo. La previsione non si è dimostrata azzardata poiché, come riporta pharma adhoc (pubblicazione indipendente, tedesca, on line,), il nuovo governo di centro-destra ha disposto una moratoria sulle nuove aperture fino a fine anno, al fine di predisporre una nuova legge che regoli l'apertura di nuove farmacie sul territorio. La liberalizzazione, approva ta alla fine del 2006 dal precedente governo socialista, aveva portato ad una crescita del 20 % delle farmacie (da 2.000 a 2.400) - concentrata esclusivamente nelle aree urbane - accompagnata però da una forte mortalità delle farmacie. Dal 2007, 200 farmacie hanno chiuso e altre 400 sono oggi in situazione vicina alla bancarotta.
Fonte: Filodiretto Federfarma, 31 agosto 2010