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 Le bugie di Catricalà.

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AutoreMessaggio
R.Siniscalchi
Farmacista M.S.F.I.
R.Siniscalchi


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Le bugie di Catricalà. Empty
MessaggioTitolo: Le bugie di Catricalà.   Le bugie di Catricalà. EmptyGio Nov 18, 2010 7:06 pm

Roma, 11 nov. (Apcom)

Catricalà ha ricordato che "dopo meno di quattro anni, la sperimentazione effettiva di una sia pure limitata liberalizzazione del sistema trova riscontri positivi". I prezzi medi, ha sottolineato il garante della concorrenza e del mercato, "sono cresciuti di più in farmacia (+3,4%) che nelle parafarmacie (+2,7%) e nella Gdo (+2,6%). Il risparmio di spesa generato dagli sconti parafarmacie è stato pari a 24 milioni nel 2009, su un totale di spesa per i farmaci senza obbligo di prescrizione pari a 2,2 miliardi".

A fronte di questi indubbi benefici sul fronte della spesa, non si è registrato un anormale aumento nei consumi dei farmaci. Per questo l'esperienza, lungi dall'essere abbandonata, va rafforzata ampliando la gamma dei prodotti vendibili nei canali alternativi alle farmacie, ai medicinali di fascia C, sempre in presenza di un farmacista. Per Catricalà occorre "superare il meccanismo della pianta organica".
Se il Parlamento, in questa fase di crisi economica, ritenesse i tempi non maturi, si deve comunque "attuare rapidamente ogni misura almeno per ampliare il numero degli esercizi disponibili e rendere più flessibile il sistema".

Nelle zone del Paese economicamente poco 'appetibili' andrebbero invece istituite "sedi sussidiate, da assegnare tramite procedure concorsuali e finanziate a valere su un fondo alimentato da risorse provenienti dalle imprese operanti in regime di concorrenza". Secondo Catricalà anche il meccanismo di remunerazione dei farmacisti per i medicinali a carico del servizio sanitario nazionale (fascia A) va rivisto: non più in percentuale del prezzo del farmaco al pubblico (il 30,35%), ma "a forfait per ogni servizio di vendita di ciascun medicinale, indipendentemente dal suo prezzo".

Catricalà ha inoltre ricordato che "recentemente importanti gruppi farmaceutici internazionali hanno abbandonato l'attività di ricerca che svolgevano nel nostro Paese". Si tratta di un tema che va affrontato qualora si decidesse di rivedere il sistema di regolazione dei margini del settore.

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Non si finisce di leggere un articolo sul libero mercato che già ne appare un altro contrastante o plaudente al precedente.
Ovviamente quale dei tanti presentati al pubblico e fagocitati dai media descriva la realtà è ritenuto un dato trascurabile. Così come sono trascurabili le fonti ove il giornalista ha attinto l'informazione che poi ha tramutato in notizia. L'importante è tenere alta l'attenzione del lettore, magari con frasi demagogiche e a effetto.

Sul tema "informazione e disinformazione" si possono versare fiumi d'inchiostro.

Ho evidenziato in grassetto i punti salienti delle affermazioni di Catricalà.
Meraviglia come a capo di un'autorità così importante (l'Antitrust ha un potere sovra-regionale e di indirizzo governativo) venga posto un individuo che cristallizza le proprie opinioni in dati di fatto.
Tra i tanti burocrati inutili e superficiali da licenziare non vedo perché non annoverare anche l'attuale Presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato.

I danni che quest'individuo sta causando alla collettività, benché poco noti ai non addetti del settore farmaceutico, sono irreversibili e ad orologeria. Voglio significare che, siccome i mutamenti non vengono percepiti nella loro devastante realtà se diluiti nel tempo, quel che si sta verificando per la distribuzione farmaceutica determinerà danni anche economici con aggravio per le future generazioni. Per allora di Catricalà sarà rimasto solo il ricordo. Come avvenuto per l'ex-ministro De Lorenzo, Poggiolini, e gli altri attori della sanità malata dei trascorsi governi.
Valutiamo criticamente quindi cosa riportato nell'articolo di Apcom:

A) Il risparmio al cittadino, vessillo dell'Antitrust, in base ai dati riportati è pari a un “misero” 9%; vale a dire circa 48 centesimi pro capite.

B) Catricalà chiede il superamento della pianta organica per consentire l'aumento dei punti vendita, ma poi, di fronte all'immediato depauperamento del servizio farmaceutico nelle zone periferiche e disagiate, suggerisce di attingere risorse da un fondo alimentato dalle imprese operanti in regime di concorrenza (farmacie, para-farmacie, supermercati e GDO?).
Sicuro che questo fondo sarà sufficiente?
Chi lo gestirà?
Forse gli stessi grandi competitors che hanno azzerato la concorrenza dei piccoli esercizi?
Se così fosse vi sarebbe un palese conflitto d'interesse!

C) In numerosi convegni e incontri di aggiornamento in cui ho avuto modo di confrontarmi con colleghi e studiosi del “sistema farmacia” è stato spesso evidenziato come la Farmacia Italiana, grazie alla sua struttura “a maglie” (geolocalizzazione uniforme sul territorio – pianta organica – e tipizzazione aziendale medio piccola – imprese familiari-) garantisce l'eccellenza del servizio e un risparmio statale pari a circa 15.000 euro in media per farmacia!

E' questo un dato che non vedo sbandierato dall'Antitrust.
Come mai?
Eppure Catricalà dovrebbe esserne a conoscenza.
Il ministro Fazio lo conosce bene.

Ogni giorno le farmacie, che non sono strutturate come puri esercizi commerciali, forniscono informazioni e servizi gratuiti (farmacovigilanza, monitoraggio farmaceutico, prevenzione, ecc.) tali da garantire i risparmi citati.
Il flop della vaccinazione antinfluenzale di quest'anno, ad esempio, a chi lo si imputerà?
Quale farmacista si è sentito motivato dal sacro fuoco della professione a consigliare ai propri clienti la vaccinazione dopo l'iniziale scandalosa esclusione della categoria dalla vaccinazione di massa contro l'H1N1 dell'anno scorso?
Degli avanzi di scorte in giacenza, no grazie, nessuno sa cosa farsene!

C'è ancora qualcuno che, dopo la trattenuta dell'1.40 (lordo IVA!) pro-Abruzzo, del 3.65 poi tramutato in 1.82, e di non so cos'altro ci aspetta, è propenso a prodigarsi a sue spese per poi vedersi tacciare da privilegiato plutocrate o vampiro in camice bianco?

Ma tant è, cosa volete che conti il singolo farmacista di fronte a “ importanti gruppi farmaceutici internazionali (che) hanno abbandonato l'attività di ricerca che svolgevano nel nostro Paese...”.
Meglio “svincolare il guadagno del farmacista dal meccanismo di remunerazione a percentuale per i medicinali a carico del servizio sanitario e pagarli a forfait per ogni servizio di vendita di ciascun medicinale, indipendentemente dal suo prezzo.”!

Perfetto, un concetto economico così sfacciatamente trasparente erano anni che non lo ascoltavo e voglio rilanciare: che il SSN si faccia carico (a titolo oneroso) dell'intero magazzino di prodotti SSN (con la futura ricetta elettronica e il controllo del sistema SERPICO della GdF è possibile!), paghi l'affitto per le strutture (mura, attrezzature e quant'altro) e dia ai farmacisti uno stipendio e una pensione consona al ruolo professionale e al tempo impegnato.

Fatevi un po' di conti, a chi conviene di più?!
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