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 Effetto nocebo, la sfiducia riduce l'efficacia

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MessaggioTitolo: Effetto nocebo, la sfiducia riduce l'efficacia   Effetto nocebo, la sfiducia riduce l'efficacia EmptyVen Feb 18, 2011 9:19 am

Se con l'effetto placebo si ottiene un beneficio in seguito alla somministrazione di una terapia non vera, dalla pastiglia di zucchero alla finta agopuntura, è probabile che anche il contrario possa accadere. Almeno così suggerisce uno studio recentemente pubblicato in cui è stato notato un effetto "nocebo", che modificava, in questo caso, i livelli di percezione del dolore, quando veniva detto ai partecipanti che il farmaco antidolorifico era stato sospeso. L'esperimento è stato realizzato con 22 volontari ai quali è stato somministrato remifentanil, un analgesico, per via intravenosa con l'obiettivo di comprendere l'effetto delle aspettative del soggetto rispetto all'azione antidolorifica del farmaco. È misurata la percezione del dolore provocato dal calore in un punto della gamba, mentre veniva somministrato il farmaco all'insaputa dei partecipanti: la percezione, in una scala da 70 a 100, come atteso scendeva da 66 punti a 55. Successivamente, veniva comunicato che era stata avviata la somministrazione del farmaco e la percezione crollava rapidamente a 39 punti. Nel passaggio successivo del test, ai partecipanti veniva detto che la somministrazione era stata interrotta, mentr invece proseguiva, e nuovamente la percezione del dolore saliva a una media di 64 punti, come se, appunto, non stessero ricevendo nessun tipo di analgesia. Secondo gli autori, questi risultati dovrebbero suggerire ai medici di valutare la fiducia dei loro pazienti rispetto al trattamento prescritto per non comprometterne o ridurne l'efficacia in caso di basse aspettative. (S.Z.)

Fonte: Farmacista33, 18 febbraio 2011
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MessaggioTitolo: Re: Effetto nocebo, la sfiducia riduce l'efficacia   Effetto nocebo, la sfiducia riduce l'efficacia EmptyVen Feb 18, 2011 9:24 am

Antidolorifici: se il paziente è pessimista, gli effetti si riducono

Un paziente convinto che i farmaci non funzioneranno può vanificare l’effetto dei farmaci stessi. È quanto ha mostrato uno studio britannico sugli antidolorifici pubblicato sulla rivista Science Translation Medicine.

17 FEB - Durante le terapie bisogna essere ottimisti. Perché essere convinti che i farmaci non funzioneranno potrebbe ridurre o addirittura annullare gli effetti dei farmaci stessi.
Lo studio britannico pubblicato sulla rivista Science Translation Medicine ha anche identificato le regioni del cervello più coinvolte in questo meccanismo perché, spiegano i ricercatori, capire bene il fenomeno può essere importante per l’efficacia delle cure ma anche per la sperimentazione dei nuovi farmaci.

I risultati sono emersi da un esperimento che ha coinvolto 22 pazienti. Sulle loro game veniva messo un oggetto caldo e poi chiesto di segnalare il livello di dolore su una scala da 1 a 100. Nel frattempo, ogni paziente era stato collegato a una flebo.
La valutazione media iniziale del dolore è stata pari a 66. Dopo che ai pazienti era stato somministrato un potente antidolorifico (remifentanil) a loro insaputa, il punteggio del dolore è sceso a 55.
Una volta informati i pazienti sull’antidolorifico somministrato, il livello di punteggio è sceso ulteriormente fino a quota a 39. Ma, pur continuando a somministrare l’antidolorifico con lo stesso dosaggio, è bastato dire ai pazienti di aver sospeso il farmaco per vedere il punteggio salire di nuovo a 64.

In pratica, anche se i pazienti erano trattati con l'antidolorifico, riferivano un livello di sofferenza analogo a quello iniziale, quando davvero erano senza trattamento.

“È fenomenale. Si tratta di uno dei migliori analgesici che abbiamo, e l'influenza del cervello può sia aumentare enormemente l'effetto, sia completamente rimuoverlo”, ha commentato Irene Tracey
E la ricerca, spiega l’esperta, è stata condotta su persone in buone condizioni di salute sottoposti a dolore per breve tempo. Il rischio è che i malati cronici che hanno provato, senza successo, molti farmaci, per molti anni, possano aver attivato una condizione mentale così pessimista che potrebbe avere conseguenze negative sulla loro futura salute.
“I medici – secondo Tracey – dovrebbero investire più tempo a studiare i fattori cognitive delle malattie, perché oggi ci si concentra solo sulla fisiologia, mentre anche gli ostacoli mentali possono essere un reale ostacolo al trattamento”.

Quanto alle regioni cerebrali fotografate nel corso dell’esperimento, il trattamento positivo è stato associato con l'attività delle aree cingulo-frontale e sottocorticale, mentre nei pessimisti l’area più attiva era quella dell'ippocampo e della corteccia frontale mediale.

Fonte: Il Farmacista Online, 18 febbraio 2011
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MessaggioTitolo: Re: Effetto nocebo, la sfiducia riduce l'efficacia   Effetto nocebo, la sfiducia riduce l'efficacia EmptyVen Feb 18, 2011 10:32 pm

FARMACI: EFFETTO ANTIDOLORIFICI MIGLIORA SE CREDIAMO IN LORO

Bisogna credere che le medicine faranno effetto e, di fatto, funzioneranno meglio; se invece si e' scettici sulla loro efficacia, questa potrebbe diminuire. Si tratta dell'effetto mentale molto potente che pesa sulla reale efficacia dei farmaci desumibile da uno studio pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine. I ricercatori inglesi dell'universita' di Oxford hanno scoperto che l'effetto di un potente antidolorifico puo' variare moltissimo a seconda che il paziente cui e' somministrato sa che sta per ricevere questa 'dose di sollievo' o al contrario sa che non la ricevera' e quindi si aspetta di provare dolore. Gli esperti hanno usato una scala di dolore da 0 a 100: il dolore misurato nei volontari all'inizio dei test era mediamente di 66. Poi i volontari hanno ricevuto, a loro insaputa, un potente antidolorifico, il remifentanil, e il dolore e' sceso a 55, quindi non di moltissimo. Quando invece gli e' stato detto che avrebbero ricevuto il farmaco il dolore percep ito e' crollato a 39. Infine, senza cambiare la dose, ai pazienti e' stato detto che gli avrebbero tolto il farmaco e avrebbero ricominciato a sentire dolore, ed ecco che il dolore percepito e' risalito a 64. Insomma il dolore percepito oscilla pesantemente e quindi il farmaco cambia efficacia in modo notevole a seconda di quel che si aspettano i pazienti.(ANSA).

Fonte: Filodiretto Federfarma, 18 febbraio 2011
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