La contraffazione si aggrava enormemente in settori chiave come quello farmaceutico e quello alimentare. Lo evidenzia il Censis nel rapporto "Il fenomeno della contraffazione nel mondo e le ricadute sul mercato italiano: gli scenari e le strategie di contrasto". Nel primo caso, quello dei prodotti farmaceutici, nel nostro Paese "molto è stato fatto sia a livello normativo che nel sistema di controllo", sottolinea il Censis. L'insieme delle attività intraprese, tra cui il sistema di tracciatura automatizzata promosso dal ministero della Salute e frutto della collaborazione tra Ipzs e Ares, fanno del nostro Paese "il golden standard mondiale e inducono tutti gli esperti a ritenere che, allo stato attuale, non sia possibile la circolazione di farmaci contraffatti nei canali ufficiali". Nonostante ciò, si ipotizza una quota residuale dello 0,1% del mercato rappresentato da prodotti contraffatti acquistati via Internet o in canali paralleli, per un valore di mercato, al 2008, di 19,4 milioni di euro. "Purtroppo, al momento, gli strumenti a disposizione per arginare il fenomeno" delle vendite via Internet di medicinali a rischio "sono ancora insufficienti". E' il commento di Sergio Dompé ai risultati presentati dal Censis. "I dati presentati confermano quanto più volte sostenuto anche da Farmindustria - afferma il numero uno dell'associazione - Grazie a controlli sempre più rigorosi da parte delle Autorità competenti lungo tutto il ciclo di vita del farmaco, il fenomeno della contraffazione dei medicinali in Italia sui canali ufficiali è pressoché assente. Una garanzia di salute in più per il cittadino, anche se certamente la guardia non va abbassata", precisa. "A livello mondiale il problema risiede, infatti, nel commercio via Internet perché anche per i farmaci non vi è alcuna garanzia di sicurezza e autenticità per i prodotti acquistati via web - avverte Dompé - Purtroppo, al momento, gli strumenti a disposizione per arginare il fenomeno sono ancora insufficienti. Puntare su sempre più controlli e sul rapporto fiduciario del cittadino con la farmacia può scoraggiare il ricorso ad acquisti ondine".
Fonte: Farmacista33, 23 aprile 2009