Convertire le parafarmacie, la cui titolarità appartiene ai farmacisti, in farmacie, mentre convertire in drugstore (senza la presenza obbligatoria del farmacista) quelle che non hanno i requisiti per essere delle vere e proprie farmacie. E' la proposta che Omnisalus, l'associazione dei farmacisti titolari di parafarmacia, ha rivolto al Governo in un convegno. "Non ci sono più ragioni per dire no, dopo l'ultima sentenza della Corte di giustizia europea - spiega Alessandro Mazzacca, coordinatore nazionale Omnisalus - che ha stabilito che l'Italia non viola gli obblighi comunitari riservando la titolarità delle farmacie ai farmacisti". Con la legge Bersani sulle liberalizzazioni, lamenta Mazzacca, ''gli unici che possono affrontare i costi di gestione e guadagnare con delle parafarmacie sono i supermercati e la grande distribuzione". I singoli titolari di parafarmacia hanno diversi problemi: "i fornitori non ci fanno gli stessi sconti che praticano alle farmacie, in alcuni casi non lavorano con noi. Ciò ci impedisce di praticare sconti sui prezzi ai clienti e di assumere dipendenti. Il nostro volume di affari si aggira su circa 30 milioni di euro, mentre i costi sono più di 29 milioni''. Istanze su cui il Governo, e la commissione Sanità del Senato, dove è in discussione un ddl sul riordino del sistema farmaceutico, sta riflettendo. "Il Governo non vi abbandonerà - ha detto Domenico Di Virgilio (Pdl), membro della commissione Affari sociali della Camera - Con il sottosegretario Fazio stiamo pensando ad una soluzione per tutelarvi".
Fonte: Farmacista33, 4 giugno 2009