La ricerca condotta dall'Osservatorio della Professione FOFI-SDA Bocconi conferma l'ottimo giudizio che i cittadini danno della farmacie, ma individua anche gli spazi di crescita che si aprono per il professionista
"I dati presentati oggi smentiscono definitivamente chi vuole ridurre la farmacia a un'attività commerciale. Secondo l'indagine condotta dal Nostro Osservatorio sulla professione, la stragrande maggioranza dei cittadini nega che il farmacista abbia un approccio commerciale ma, anzi, riconosce al farmacista la customer advocacy, riconosce cioè che sta dalla parte dell'utente. Lo prova la grande frequenza, nel campione intervistato, di giudizi come "non cerca di vendermi i prodotti più cari", "mi presenta pregi e difetti dei prodotti" e "i prodotti che mi consiglia hanno un buon rapporto qualità/prezzo"" ha detto il presidente della Federazione Andrea Mandelli, dopo la presentazione della ricerca, sabato, Cosmofarma. La ricerca, intitolata "Farmacisti: le scelte di oggi per la farmacia di domani" è stata illustrata dall'autrice Erika Mallarini, SDA Bocconi Professor Public Management & Policy Department, costituisce un significativo approfondimento rispetto alle molte indagini finora condotte sul gradimento della farmacia come elemento del Servizio sanitario. Non stupisce, dunque, che la professoressa Mallarini abbia ricevuto per questo suo lavoro il prestigioso Premio D3, che va a riconoscere il rigore metodologico ma anche il significato pratico dei lavori di ricerca.
"L'elevatissimo gradimento da parte dei cittadini esce confermato, ma dall'analisi condotta sui cittadini (clienti e non clienti della farmacia) emergono diverse considerazioni sull'evoluzione della figura del farmacista di comunità, sulle competenze necessarie a rafforzare e mantenere il rapporto di fiducia con i clienti, sugli elementi che potrebbero mettere a rischio questo rapporto" ha spiegato Mallarini. Infatti la soddisfazione verso il servizio reso in farmacia ad oggi è molto alta, 6,35 su una scala di Likert 1-7, dove 7 rappresenta la soddisfazione massima. Ma per la professione, adagiarsi su questo consenso, rischia di determinare un ancoraggio al modello tradizionale di farmacia senza tener conto dei cambiamenti istituzionali e di mercato. "E' chiaro" commenta Andrea Mandelli "che il farmacista parte da una posizione di vantaggio: un patrimonio di fiducia costruito da tempo è la base su cui possiamo innestare un'opera di rinnovamento della nostra professione, individuando le specializzazioni che ci permetteranno di erogare i nuovi servizi previsti dalla Legge 69/2009, ma anche di svolgere sempre meglio l'attività principale della farmacia, cioè la dispensazione del farmaco. La ricerca, però, mostra che è necessario ampliare anche le competenze manageriali, non soltanto per un'esigenza dettata da valutazioni economiche del momento, ma anche per far sopravvivere quel sistema di valori che da sempre differenzia la farmacia dalle altre presenze sul territorio, anche quelle in qualche modo correlate al benessere e alla salute".
Fonte: Farmacista33, 11 maggio 2010